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Perché affrontare la Dottrina Sociale della Chiesa all’interno di un corso “laico” di politica e cittadinanza attiva? La risposta sta nel quadro di riferimento generale che evidenzia come, fin dalle sue origini (e nella sua stessa sorgente), l’uomo e tutto il creato siano stati pensati uniti in una dimensione di relazione. Sociale quindi. 

Don Carzino ha illustrato il percorso che ha portato nel 1891 alla promulgazione dell’Enciclica “Rerum novarum”, caposaldo nel quadro della dottrina sociale della Chiesa. Percorso costruito nei secoli attraverso una costante attenzione alla dimensione sociale (si pensi agli ospedali nel Medioevo) ma che, di fronte alle trasformazioni economiche e sociali dell’800, richiedeva un approfondimento dei temi fondanti. A partire da quella data fino ad oggi, con la pubblicazione dell’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco (potete ascoltare il commento di Don Marino Poggi cliccando qui) il percorso si è sviluppato, passando ovviamente dalla “Gaudium et Spes” del Concilio Vaticano II e dalla “Laborem Excercens” del 1981.

Quali i principi fondanti la Dottrina Sociale della Chiesa?

  1. il principio personalista: al centro di qualsiasi azione sociale (economica e politica soprattutto) ci deve essere la persona che non è un mezzo ma un fine. In questo principio è compreso il concetto che qualsiasi dimensione umana deve essere riconosciuta nella sua dignità e che il fine di tutte le “azioni” deve essere quello di consentire a ciascun uomo e donna di vivere la “propria” vita in modo autentico;
  2. esiste un bene comune che è sempre superiore (e non la somma) al bene individuale. In questo contesto anche la proprietà privata è un diritto che non è comunque superiore alla destinazione universale dei beni, implicita nel concetto stesso di creazione. In questo senso la giustizia assume il significato di “rendere a ciascuno il suo” piuttosto che “difendere “ il singolo nei suoi diritti. 
  3. La società deve fondarsi sui concetti di sussidiarietà (le strutture sociali più piccole, a partire dalla famiglia, hanno il diritto di realizzare i propri compiti senza interferenze da parte delle strutture sociali superiori) e di solidarietà ( tutto ci riguarda, soprattutto in un modo tanto globalizzato) 

Don Carzino, Cappellano del lavoro, ci ha poi introdotti in un approfondimento specifico sul tema del lavoro e della visione che di esso ha la dottrina sociale della Chiesa. 

dottrina sociale

Il lavoro è parte costitutiva dell’uomo in quanto, attraverso di esso, egli partecipa alla continua opera di creazione divina. Il concetto, più volte sottolineato anche dall’attuale Papa, dell’uomo come “custode” del creato, implica che l’uomo comprenda il proprio agire nel contesto della “collaborazione” in questo sforzo creativo. In questo senso il lavoro ha una priorità specifica nella costituzione delle società. Non solo perché attraverso di esso è possibile soddisfare bisogni concreti e primari ma soprattutto perché attraverso il lavoro la persona acquisisce dignità. In questo senso la Dottrina Sociale della Chiesa attribuisce al lavoro una sua particolare “spiritualità”.

Al termine dell’incontro si sono quindi approfondite alcune tematiche specifiche di grande attualità, con riferimento a quanto espresso nella Dottrina sociale:

  • Senso e legittimità dello sciopero
  • Rispetto della dignità umana e “salario minimo” 
  • Economia di mercato: soluzione ideale priva di controindicazioni?
  • Crisi ecologico-socio-economica e crisi dello sviluppo umano: quali interrelazioni?