Aprile, Ankara – Il video è diventato presto virale: la presidente della Commissione Europea, Ursula von Der Leyen, resta un attimo perplessa, in piedi, mentre davanti a lei il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, si accomoda sulla sedia posta sotto la bandiera turca e il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, si colloca sulla restante sedia, sotto la bandiera Europea. L’incidente diplomatico avvenuto ad inizio aprile non può essere interpretato soltanto come un esempio di machismo istituzionale (l’errore di Erdogan e del suo staff, aver fatto preparare soltanto due sedie, ipoteticamente per due uomini). La questione è più profonda e va al di là anche del galateo e della parità dei diritti nei confronti delle donne (l’errore di Michel, non aver ceduto il posto ad una donna per galanteria).

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La domanda che sorge è un’altra: se ci fosse un’unica sedia, chi dovrebbe sedersi? Qual è il più alto rappresentate dell’Unione Europea? Il presidente della Commissione Europea oppure il presidente del Consiglio Europeo? La risposta non è scontata. All’apparenza il ruolo di presidente della Commissione ha più valore, ma vediamoci chiaro.

Il presidente della Commissione Europea coordina la Commissione, ovvero l’organo esecutivo dell’Unione Europea. I 27 commissari (uno per ogni stato membro, compreso il presidente) si occupano di proporre l’adozione e seguire l’attuazione di norme e programmi inerenti alla loro settore, di concerto con i relativi ministri in carica nelle singole nazioni.

Il ruolo del presidente del Consiglio Europeo consiste nel coordinare i presidenti degli stati membri, preparando e presiedendo le riunioni del Consiglio Europeo, e riferendo periodicamente al Parlamento Europeo. Dal 2009, con il trattato di Lisbona, è stata modificata la durata e l’elezione della carica di presidente del Consiglio Europeo. In precedenza, il ruolo era ricoperto di volta in volta dal capo di stato o di governo del paese che deteneva la presidenza del Consiglio Europeo in quel semestre.

La nuova carica, di due anni e mezzo, rinnovabile una volta, è stata ricoperta da tre persone: i primi due, Herman Van Rompuy (2009-2014) e Donald Tusk (2014-2019), rispettivamente ex premier del Belgio e della Polonia, sono stati in carica 5 anni ciascuno. Dal 2019 è arrivato Charles Michel, tuttora in carica, anche lui ex primo ministro del Belgio.

Il nuovo ruolo è definito in modo molto sintetico, il resto è lasciato all’interpretazione che il singolo esponente vuole dare alla propria attività. È stato scelto di dotare il presidente del Consiglio Europeo degli stessi mezzi e risorse del presidente della Commissione (entità dello stipendio, staff, auto blu, assegno per la residenza), affinché il presidente del Consiglio non apparisse troppo importante.

Fin da subito è stato chiaro che si sarebbe potuto creare un conflitto tra la nuova carica di presidente del Consiglio e quella di presidente della Commissione. Le prime tensioni sono scaturite già nel 2010, tra Van Rompuy e l’allora presidente della Commissione, Jose Manuel Barroso. Iniziò a circolare l’idea di unire i due ruoli, assegnando al presidente della Commissione anche il ruolo di presidente del Consiglio Europeo. Va notato infatti che, sebbene il trattato impedisca al presidente del Consiglio Europeo di ricoprire cariche nazionali durante il mandato, nulla vieta che possa esercitare un altro mandato europeo in contemporanea.

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Dopo il “Sofagate”, la questione è tornata in evidenza. Quale dei due ruoli ha più valore? In caso di dissenso tra le due cariche, quale linea politica dovrebbe prevalere? Varrebbe la pena unire i due ruoli? Ancora meglio: sarebbe il caso di cambiare l’impostazione delle istituzioni europee per chiarirne definitivamente l’assetto, individuando un unico presidente?

Non c’è dubbio che un presidente dell’Unione Europea, eletto direttamente dal popolo, sarebbe un chiaro punto di riferimento per la politica internazionale, rispetto ai molteplici ruoli attualmente esistenti. Inoltre, i cittadini si sentirebbero più rappresentati da un ipotetico presidente eletto dai cittadini rispetto ai ruoli attuali, nominati dal Consiglio e poi approvati dal Parlamento. Inoltre, in questo modo si potrebbero avvicinare i cittadini alle istituzioni, passando attraverso il voto.

C’è da aggiungere che l’eventuale elezione diretta di un presidente stimolerebbe una campagna elettorale europea, che supererebbe le frontiere nazionali, generando un nuovo spirito comunitario. Al momento, i cittadini europei eleggono i propri rappresentanti al Parlamento Europeo. Tuttavia, questo voto viene svolto facendo riferimento principalmente ai partiti nazionali che si candidano ognuno nel proprio stato cercando di portare avanti i propri principi e le prerogative della propria nazione. L’attuale procedura non assicura una cooperazione, anzi potrebbe portare a degli scontri, sull’onda dei crescenti nazionalismi: i parlamentari europei sono spinti a portare avanti i propri interessi, in nome del proprio popolo, a dispetto degli altri stati membri.

Un’altra proposta interessante, semplice ma dal grande impatto, si collocherebbe molto bene nel riordinamento delle istituzioni: rinominare con il termine Ministro l’attuale figura del Commissario. I termini “Commissione” e “Commissari” danno l’idea di commissariamento, di privazione della libertà, di controllo, un assist per la propaganda anti- Europeista. L’espressione “Ministro” invece si addice bene al ruolo: dal latino minister, ovvero servitore, starebbe ad indicare una persona al servizio del cittadino.

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Ora che il Regno Unito ha lasciato definitivamente l’Unione Europea, è giunto il momento di rinnovare le istituzioni e lo spirito comunitario. Alcune delle proposte delineate in questo articolo sono state lanciate da: un europarlamentare inglese, l’attuale segretario di uno dei maggiori partiti italiani, un europarlamentare italiano eletto nella circoscrizione francese. Sono le idee che contano, non chi le esprime. La prossima proposta potrebbe essere la tua.

Sta per partire la Conferenza sul futuro dell’Europa: una serie di dibattiti e discussioni che consentiranno ai cittadini di condividere le proprie idee e contribuire a plasmare il futuro dell’Unione Europea. Il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione Europea sono pronti ad ascoltare i tuoi suggerimenti.

Maggiori dettagli: https://futureu.europa.eu/pages/about?locale=it

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Autore

  • Alessandro Lapertosa

    Ha conseguito la Laurea Magistrale e il Dottorato di ricerca in Fisica all’Università di Genova. Dal 2015 svolge attività di ricerca per l’esperimento ATLAS, uno degli esperimenti di fisica delle particelle al CERN di Ginevra. Scienziato sperimentale appassionato di divulgazione scientifica e cittadino europeo appassionato di politica nazionale e internazionale. Studente del corso Poliedri 2020/2021

    https://it.linkedin.com/in/alessandro-lapertosa-32039394